Traduzione: Flavio Santi
Ho conosciuto l'autrice con la serie di Regina Rossa che, nonostante non fosse un capolavoro, mi aveva saputo intrattenere bene (finale a parte) con la sua scrittura scorrevole, gli intrighi e i complotti. Non posso dire altrettanto de Il regno delle Ceneri.
Ma cosa è andato storto?
C'era una volta una pirata, un cavaliere, uno scudiero, un'assassina e una strega... No, non è una barzelletta. Purtroppo non sono riuscita a entrare in empatia con nessuno dei personaggi, anzi dopo
Il punto di vista alternato tra i tanti personaggi è stata una scelta discutibile, ho faticato molto a seguire i vari cambi di POV, a volte dovevo tornare all'inizio del capitolo per andare a vedere a quale personaggio apparteneva il punto di vista.
Il worldbuilding creato dall'autrice è molto vasto e decisamente dispersivo. Nonostante la bellissima mappa fornita nel libro, vengono nominati molti (troppi) luoghi e cercarli sulla cartina geografica, per poter seguire il viaggio degli eroi o andare a ricostruire le loro radici, è stato alquanto faticoso.
Non ci sono solo cose negative in questo libro, infatti è palese l'ispirazione dell'autrice a Tolkien, in più lo stile di scrittura rimane comunque scorrevole, meno avvincente rispetto a Regina Rossa ma pur sempre godibile.
Questo primo capitolo della trilogia l'ho percepito come un preambolo (molto lungo) per degli eventi che devono ancora accadere. Non mancano i cliché e, a parte un colpo di scena che davvero non me lo aspettavo, la storia risulta abbastanza prevedibile. E' un gran peccato perché l'idea di base è buona (tra pirati, assassini, magia, combattimenti e sangue) ma non è stata sviluppata bene e ha faticato a decollare.
- Blade Breaker
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