domenica 5 febbraio 2023

|Recensione| L'esercito dei pomodori tristi - Adelaide Rossi

 


Casa editrice: Dialoghi
Prezzo cartaceo: 15,00 €
Prezzo digitale: /
Pagine: 246


La televisione trasmette ventiquattr’ore su ventiquattro, con un ricco palinsesto che varia dall’intrattenimento senza cervello alla propaganda religiosa. Non esiste internet. Viene tutto rigorosamente prodotto e distribuito all’interno del Paese. Si dice che un muro alto fino al cielo impedisca a chiunque di uscire fuori dall’ultimo brandello di vita che il batterio mangiacarne ha risparmiato. Una donna, una vigilante senza volto, si ostina a prendere parte a una battaglia forse già persa in partenza. Gioca a salvare il mondo, sempre che il mondo voglia o meriti di essere salvato. A qualcuno importerebbe? Forse a Giulia, piccola innocente anima inconsapevole, l’unica cosa bella in una realtà senza speranza. Poi un giorno un foglietto con poche parole scarabocchiate mette tutto in discussione. “So tutto”. È così che ha inizio un oscuro viaggio a bordo di un pick-up nero in compagnia di tre perfetti sconosciuti, nel quale scoprire cosa c’è al di là del muro svelerà inquietanti e imprevedibili verità.

Non fatevi ingannare da un titolo spassoso, ciò che troverete in questa storia è qualcosa di cupo, crudo e a tratti anche disturbante. Ed è così che ci piacciono i distopici!

La nostra è una protagonista senza volto che lotta in un mondo in rovina, predominato dal fanatismo religioso e da una malattia causata dal batterio mangiacarne. E' una donna con un passato duro alle proprie spalle ed è mossa dal desiderio di proteggere l'innocente sorellina Giulia, che non conosce le atrocità del mondo in cui vivono. Entrambe intraprenderanno un viaggio che porterà noi lettori ad avere un quadro più ampio sia sul passato della protagonista sia uno sguardo diverso sulla realtà attuale.

Non abbiamo molte informazioni sul worldbuilding, sappiamo lo stretto necessario: a causa di questo batterio, il Paese è stato recintato da alte mura e nessuno può uscire nel mondo ormai sterminato.
I sopravvissuti vivono in povertà e sono dominati da un (folle) controllo religioso che esalta il dolore e l'autoflagellazione come contrasto al batterio che divora le persone.
Inizialmente sembra tutto un po' confuso, non ci vengono fornite nozioni su date e luoghi e questo tende un po' a disorientarci. Poi, man mano che si prosegue con la lettura, riceviamo più informazioni e la (drammatica) situazione si fa sempre più chiara.

La narrazione è in prima persona e questo ci permette di entrare in contatto diretto con i pensieri e le riflessioni della protagonista. Inizialmente è lei che decide quanto svelarci (poco) e quanto tenere nascosto (molto).

Questo libro racchiude una storia decisamente cruda e, man mano che ci si addentra, si fa sempre più coinvolgente, fino ad arrivare ai colpi di scena finali che mi hanno lasciata davvero senza fiato! Mi auguro che ci sia un seguito perché quel finale aperto mi ha lasciato una gran curiosità su come potrebbe continuare!
Non è un libro privo di difetti, alcune parti iniziali le ho trovate meno interessanti e mi hanno dato l'idea di essere state inserite come filler, ma lo posso considerare comunque un ottimo distopico, claustrofobico quanto basta e disturbante il giusto.

Amanti delle distopie fatevi avanti e date una possibilità a questa storia perché ne vale la pena!



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