domenica 13 febbraio 2022

|Recensione| La mano sinistra del buio - Ursula K. Le Guin

 


Casa editrice: Mondadori
Prezzo cartaceo: 14,50 €
Prezzo digitale: 7,99 €
Pagine: 300
Traduzione: Chiara Reali

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Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London.


Genly Ai è l'inviato dell'Ecumene sul pianeta Gethen, il suo compito è sondare il terreno per poter avviare trattative commerciali (e non) da parte di tutti i pianeti che fanno parte dell'Ecumene (una sorta di Federazone dei Pianeti Uniti di Star Trek).
Gethen è un pianeta con temperature molto basse, quasi perennemente ghiacciato, i cui nativi non conoscono i viaggi spaziali, né hanno mai conosciuto popoli di altri pianeti. Genly dovrà fare breccia nei Ghetheniani se vorrà che si uniscano agli altri popoli dell'Ecumene.

E' difficile fare una recensione perché, nonostante le 300 pagine, questo libro è ricco di spunti di riflessioni morali, politiche e sociali (come d'altronde altri libri della Le Guin). Tra gli argomenti più importanti toccati dall'autrice c'è sicuramente l'identità di genere. I Getheniani sono creature androgine, non hanno un genere per quasi tutto l'arco della loro vita, una volta ogni ciclo (circa ogni 30 giorni), provano impulsi sessuali (entrano in Kemmer) e solo in questo breve periodo possono accoppiarsi e generare degli eredi. Per gli abitanti di Gethen, l'inviato è uno scherzo della natura, ai loro occhi si tratta di un essere vivente in perenne stato di Kemmer e per questo riprovevole.

La Le Guin ha creato un worldbuilding eccellente, con tanto di usi, costumi e racconti tra un capitolo e l'altro di un Gethen antico tra miti e leggende, tra religione e spiritualità.

Se nella prima parte del volume abbiamo una trama segnata da complotti, intrighi e tradimenti, nella seconda si mette da parte l'aspetto fantascientifico per abbracciare uno stile dai tratti più avventurosi e di sopravvivenza: Genly ed Estraven affrontano un lungo e pericoloso viaggio tra i ghiacci di Gethen per sfuggire alle minacce e, secondo me, questa è una delle parti più belle: si esplorano i pensieri, i desideri e le preoccupazioni dei protagonisti, dove l'introspezione si fa più profonda.

La mano sinistra del buio è l'incontro tra due popoli totalmente diversi (anche se simili solo all'apparenza) che hanno tutte le carte in tavola per abbattere le barriere create dal pregiudizio e dalla diffidenza. Ora la domanda è: queste barriere vogliono davvero abbatterle?


«La luce è la mano sinistra del buio,
e il buio è la mano destra della luce.
Due sono uno, vita e morte,
e giacciono insieme come amanti in kemmer,
Come mani giunte,
come la meta e la strada.»

 



2 commenti:

  1. Questa fantascienza di Ursula Le Guin è qualcosa di così avanguardistico da fare paura

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    1. Sono d'accordo, non pensavo di trovare così tanto in un solo libro!

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