mercoledì 26 febbraio 2020

|Recensione| La vita bugiarda degli adulti - Elena Ferrante









  • Casa editrice: e/o
  • Prezzo cartaceo: 19,00 €
  • Prezzo digitale: 12,99 €
  • Pagine: 326








Il bel viso della bambina Giovanna si è trasformato, sta diventando quello di una brutta malvagia adolescente. Ma le cose stanno proprio così? E in quale specchio bisogna guardare per ritrovarsi e salvarsi? La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.


Il romanzo gira intorno a Giovanna, una tredicenne, figlia di due insegnanti, che vive una vita privilegiata nella Napoli borghese. Si tratta di un viaggio attraverso i dubbi e le insicurezze di un'adolescente, scaturite da una frase pronunciata dal padre riguardante il suo aspetto esteriore. 
L'adolescenza non c'entra: sta facendo la faccia di Vittoria.
Da questa frase inizia il percorso di Giovanna verso il mondo degli adulti. Conosce sua zia Vittoria
(allontanata dai suoi genitori perché considerata maleducata e crudele), si immerge in una nuova Napoli, quella dei rioni e del dialetto e scopre che i suoi genitori non sono così sinceri come credeva.
Bugie, bugie, gli adulti le vietano e intanto ne dicono tante.
Giovanna comincia ad avere un carattere più duro, come quello di zia Vittoria, a vestirsi di nero e a nascondere il suo corpo in pieno sviluppo. Allontana i genitori e le amiche d'infanzia per passare più tempo con sua zia e le persone che la circondano, alla ricerca di un'identità in cui ritrovarsi.
In quel periodo cominciai a pensare che , se non ero bella fisicamente, forse potevo esserlo spiritualmente. Ma come? Avevo scoperto ormai di non avere un buon carattere, mi venivano parole e azioni cattive. Se qualità ne possedevo, le stavo soffocando io stessa di proposito per  non sentirmi una patetica ragazzina di buona famiglia. Avevo l'impressione di aver trovato  la strada della mia salvezza ma di non saperla percorrere e forse di non meritarmela.
 Il filo conduttore di tutto il libro inizialmente pare essere un braccialetto, su cui ognuno ha una sua versione della storia.
Chi mente? Chi dice la verità?
Poi andando avanti, questo tanto citato braccialetto sembra quasi perdere di importanza ai fini della storia.
Il libro a tratti è molto lento e non riuscivo a capire dove l'autrice (o autore? O autori?) volesse arrivare.
Alcune vicende mi sono sembrate rasentare l'assurdo (come i vari tradimenti) e, sono sincera, per un po' l'ho abbandonato per poi riprenderlo.
I personaggi ho stentato a capirli (a parte Giovanna e Vittoria) e il finale mi è sembrato estremamente frettoloso per un romanzo così lento.


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