venerdì 15 novembre 2019

|Recensione| I tacchini non ringraziano - Andrea Camilleri







  • Casa editrice: Salani
  • Prezzo cartaceo: 15,90 €
  • Prezzo digitale: 8,99 €
  • Pagine: 180







Lo zoo personale di Andrea Camilleri è fatto di animali e di storie che entreranno nella nostra vita per sempre. Sono ritratti en plein air: impossibile leggerli e vederli senza sentire dentro qualcosa di fortissimo, perché sono pieni di affetto, confondono il confine tra la coscienza umana e quella degli animali e sono sempre a favore di questi ultimi, nel senso di un'armonia della vita solo nel rispetto di tutte le specie viventi. Cani, gatti, cardellini, ma anche volpi, serpenti e tigri sono descritti come portatori di uno spirito ricco di amore e di intelligenza, molto più complesso e profondo di quanto pensiamo: una 'magaria' inesauribile. Ciascuno di loro sembra comprendere la logica degli uomini, che di volta in volta sfrutta a suo favore o prova a sconfiggere con varie strategie, sempre vincenti: dalla dignità dei tacchini al canto riconoscente di un cardellino, dall'astuzia di un lepro alla
commovente compostezza di un gatto innamorato, dalla mite bellezza di una capra alla puntualità discreta di un serpente. Allo stesso tempo Camilleri ci ricorda che forse il mondo è diventato troppo brutto perché la bellezza degli animali abbia diritto a esistere. Ogni storia ci lascia con la consapevolezza dolceamara di tutto quello che rischiamo di perdere, ma anche con la quieta fiducia che sia ancora possibile un mondo in cui convivere e rispettarsi, con l'ausilio di un po' di buon senso e di umorismo, un mondo meno prepotente e più meritevole di bellezza. Quella che Paolo Canevari con la grazia e la leggerezza dei suoi animali ha fissato sulla carta, anche lui, per sempre.


Il libro è una raccolta di brevi racconti che narrano storie di vita vissuta dall'autore, una vita campestre e rurale, i cui protagonisti sono gli animali. Le storie sono intervallate dai suggestivi disegni di Paolo Canevari.

Non sapevo che anche i pappagalli così piccoli fossero in grado di parlare. Ma come faceva una voce così grossa e profonda come la mia a uscire da un esserino tanto piccolo? 
Diventato vecchio, faceva un po' di confusione: "Ciao, mannaggia, come stai?". Oppure: "Stai, mannaggia, pimpiciao". Oppure: "Ciao, pocallino".

I racconti sono estremamente scorrevoli grazie sia alla sensibilità e all'ironia che l'autore fa trapelare dalle sue parole.
I protagonisti dei suoi racconti non sono solo gli animali da compagnia, fanno la loro comparsa anche animali selvatici, come il cardellino e il serpente, e da cortile, come il tacchino.
Ho apprezzato molto il racconto del pappagallino e del cardellino, in cui è evidente l'ammirazione per il mondo animale, riflesso su due specie che purtroppo, fin troppo spesso, sono considerate al pari di un oggetto di arredamento.

Se veramente un giorno riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta dalla vergogna. Sempre che, tra cinquant'anni, gli uomini saranno ancora in grado di provare questo sentimento. Io, fortunatamente, non ci sarò. Ma vorrei che qualche mio pronipote consegnasse agli animali una copia di questo libretto perché di me, e di moltissimi altri come me, possano avere un'opinione sia pure leggermente diversa.


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