lunedì 28 ottobre 2019

|Recensione| Vox - Christina Dalcher










  • Casa editrice: Nord
  • Prezzo cartaceo: 16,95 €
  • Prezzo digitale; 9,99 €
  • Pagine: 409
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Jean McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro.
Ma è l'unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne. Limite di 100 parole raggiunto.


In America si è insediato un nuovo governo ed è cambiato tutto: la donna è esclusa dalla vita pubblica, ha dovuto rinunciare al lavoro, al conto in banca, al passaporto, a leggere, scrivere e persino a parlare.
Jean è una delle milioni di donne in America relegate nella sola vita domestica, a cui è stato messo al polso un contatore che limita le conversazioni a 100 parole al giorno.

A volte traccio lettere invisibili sul palmo della mano. Mentre Patrick e i ragazzi parlano con la lingua, io lo faccio con le dita. 

Non sono solo le donne le uniche a dover portare i contatori, anche le bambine, che devono imparare ad essere mute schiave della casa e della famiglia. Jean si ritroverà presto davanti ad una difficile scelta per il bene di sua figlia e di tutte le donne prigioniere di questo pericoloso governo.

Questo romanzo distopico mi ha presa sin dalle prime pagine e l'ho divorato davvero in poco tempo.
L'autrice è stata molto brava a trasmettere l'angoscia e l'annullamento della donna in una società di estremo patriarcato, infatti, la figura della donna, è al centro del libro, ma non è la sola ad essere protagonista della repressione: quando religione e stato si avvicinano così pericolosamente, chi ne subisce le conseguenze sono anche omosessuali, adulteri e cospiratori.
Riferimenti e frecciatine all'attualità politica non mancano ed il messaggio della Dalcher è proprio quello di non smettere di far sentire la propria voce.
Purtroppo il libro va un po' a perdersi nel finale, che ho trovato un po' scontato e sbrigativo.



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